Tornando a noi, chi è l'influencer?
È quel singolo che ha un ruolo da attore protagonista in una community a tal punto da spingere parte di questa a compiere una determinata azione; è colui che influenza l'opinione e la stimola. Invece, dei vantaggi reali in termini di profitto da parte del committente ne parleremo poi.
Per farla breve, prima l'azienda o l'ente usavano il famoso "testimonial" per valorizzare il brand, ora ci si fa carico dell'influencer, ed i mezzi utilizzati sono, inevitabilmente, i social media. Troviamo, per esempio, il vip di turno, il personaggio del momento con migliaia e migliaia di seguaci virtuali a sponsorizzare prodotti con foto, post et similia.
Entrando nel tecnico, la domanda vera è: ma il ritorno economico del committente è coerente con l’investimento?
Risposta complicata, oltremodo.
Senza strategia tutto è vano, illogico. Ecco perché nella scelta dell’influencer bisogna analizzare, nel dettaglio e con un monitoring concreto, la propria fetta di community, la categoria valoriale alla quale questo si rivolge.
Sicuramente non sceglierò uno chef internazionale per dare visibilità ad un nuovo capo d’abbigliamento.
Se volessimo immaginare un decalogo per gli “aspiranti” e non influencer, sicuramente consiglierei le seguenti regole:
- Fornire un’informazione dettagliata ed in modo continuo;
- Creare interazione grazie alla condivisione dei propri contenuti;
- Dar vita ad una comunità settoriale che quotidianamente partecipa alla discussione;
- Essere attivi su tipologie diverse di canali (social, video, news ecc…)
Risulta simpatica una classifica (clicca qui per la classifica completa) dei maggiori influencer italiani per numero di followers, interazioni numero di commenti e periodo di attività stilata da Audisocial.
Eccone una parte:
- Mariano Di Vaio;
- Chiara Ferragni;
- Gianluca Vacchi;
- Lodovica Comello;
- I Pantellas;
- Frank Matano;
- Lorenzo Ostuni;
- Clio Zammatteo;
- Bise;
- Veronica Ferraro.
Ho voluto trattare il tema per rendere noto che un utilizzo professionale dei social può, anche (ma non solo) generare un profitto, ma c’è bisogno di dedizione, professionalità ed idee brillanti.
Ma non basta avere un account Facebook per potere avere un seguito, sia ben chiaro.